Nella società di oggi, vi è una tendenza generale verso un’autonomia sempre maggiore dell’individuo, con una conseguente minor disponibilità alla solidarietà e a una maggiore competitività. Tutto questo si esprime in un aumentato isolamento e nel deterioramento dell’integrazione sociale. La lenta disintegrazione della comunità, insieme a un maggior comportamento di autoaffermazione compaiono in un momento storico in cui le pressioni economiche e sociali domanderebbero piuttosto un aumento della cooperazione e dell’attenzione verso gli altri.

L’intelligenza cognitiva è stato uno dei costrutti della storia della psicologia più studiati. Grazie a questi studi conosciamo le abilità coinvolte del cervello come la memoria, l’attenzione, il linguaggio, le funzioni visuo-spaziali. Attraverso i test di psicologia cognitiva e neuropsicologia conosciamo in termini di misura il valore da attribuire ad un soggetto. In commercio esistono tanti test utile per misurare l’intelligenza cognitiva di una persona. I test sono necessari per capire i vari profili psicologici della popolazione. Un articolo scientifico di 4 anni fa ci metteva in guardia dall’abbassamento del QI dei bambini e degli adolescenti causato dalla mancanza di  lettura.

Ci sono persone convinte che l’intelligenza cognitiva sia la risposta a tutte le domande; avere un alto valore di QI determina la mia felicità. Erroneamente anche le questioni emotive, le relazioni vengono trattate come qualcosa in cui l’intelligenza cognitiva possa intervenire.

Oggigiorno è importante insegnare ai bambini oltre che le materie tradizionali anche “un alfabetizzazione emozionale” tale da sviluppare le capacità interpersonali essenziali. Queste capacità sono fondamentali proprio come quelle intellettuali. Anche le neuroscienze si sono rese conto dell’importanza dell’integrazione delle capacità interpersonali con l’intelletto.

Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi. (Antoine de Saint-Exupéry)

Cosa è l’Intelligenza Emotiva?

L’intelligenza emotiva ( Emotional Intelligence) può essere descritta come la capacità di un individuo di riconoscere, di discriminare e identificare, di etichettare nel modo appropriato e, conseguentemente, di gestire le proprie emozioni e quelle degli altri allo scopo di raggiungere determinati obiettivi.

Secondo la teoria di Salovey, l’intelligenza emotiva  (Emotional Intelligence) può essere estesa a cinque ambiti principali, riprendendo gli studi di Gardner:

  • Conoscenza delle proprie emozioni. L’autoconsapevolezza è la capacità di riconoscere un emozione al momento in cui esso si presenta. Le persone molto sicure dei propri sentimenti riescono a gestire molto meglio la propria vita; hanno una percezione più sicura di ciò che realmente provano riguardo a decisioni personali.
  • Controllo delle emozioni. La capacità di controllare i sentimenti in modo che essi siano appropriati si fonda sull’autoconsapevolezza. Coloro che ne sono privi o scarsamente dotati  si trovano a dover perennemente combattere contro i sentimenti tormentosi, mentre gli individui capaci di controllo emotivo riescono a riprendersi molto più velocemente dalle sconfitte e dai rovesci della vita.
  • Motivazione di Sé stessi.  La capacità di dominare le emozioni per raggiungere un obiettivo è una dote essenziale per concentrare l’attenzione, per trovare motivazione e controllo di Sé come pure ai fini della creatività. La capacità di ritardare la gratificazione e di reprimere gli impulsi è alla base di qualunque tipo di realizzazione. Chi ha queste capacità tende a essere più produttivo ed efficiente in qualunque ambito si applichi.
  • Riconoscimento delle emozioni altrui. L’empatia, un’altra capacità basata sulla consapevolezza delle proprie emozioni, è fondamentale nelle relazioni con gli altri.
  • Gestione delle relazioni. L’arte delle relazioni consiste in larga misura nella capacità di dominare le emozioni altrui. Coloro che eccellono in queste abilità riescono bene in tutti i campi nei quali è necessario interagire in modo disinvolto con gli altri.

A differenza della intelligenza cognitiva, l’intelligenza emotiva non è misurabile e probabilmente non lo sarà mai. Esse  non sono due funzioni opposte ma sono separate. Quindi una persona può essere dotata di un alto QI intellettivo e di una scarsa intelligenza emotiva, come è pure vero la situazione inversa. In passato alle donne veniva attribuito l’intelligenza emotiva e agli uomini quella intellettiva ma oggi la scuola ha istruito entrambi i sessi sviluppando le stesse funzioni cognitive. Non sappiamo perché qualcuno ha più abilità cognitiva e qualcun altro quella emotiva, ma sappiamo quanto siano entrambi utili nella vita lavorativa come in quella personale.

Sono pieni film di uomini di successo ma con scarsa abilità emotiva da risultare spesso soli.

Nei programmi scolastici sarebbe utile immettere progetti specifici dedicati allo sviluppo delle conoscenze emotive, ma non proposte come fossero un qualcosa da studiare bensì come qualcosa da provare, nella forma del laboratorio emozionale.

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