Secondo uno studio Americano, i bambini che passano due ore al giorno sull’iPad o sullo smartphone ottengono punteggi bassi nelle prove di linguaggio e di ragionamento. (Sono prove che vengono eseguite all’ingresso di molte scuole, licei e università, per testare il livello cognitivo e di apprendimento di un allievo)

Un’altra ricerca condotta dai pediatri americani, ha dimostrato come i bambini che giocano  con i videogiochi non trasferiscono il sapere nella vita reale. Ad esempio se un bambino gioca alle costruzioni sul suo iPad, poi nella vita reale dovrebbe partire avvantaggiato, visto che ha già sperimentato quell’esperienza e riuscire a costruire più in fretta. Invece i ricercatori hanno osservato come questi apprendessero un videogioco senza trasferire l’esperienza nella vita reale, cosicché  da ricominciare ogni volta.

Quindi l’esperienza digitale rimane nel digitale.

Se ci pensiamo bene è anche logico, se io tutte i giorni uso un videogioco per imparare a far volare un aereo non è che dopo un po’ che gioco sono veramente in grado di far volare un aereo. Forse conoscerò alcune cose tuttavia dovrò sempre iscrivermi ad un corso e ottenere un brevetto di volo.

Quali sono gli effetti sul cervello dell’Iperconnessione  sui giovani?

  • L’età in cui i bambini iniziano a giocare con i dispositivi elettronici si sta abbassando. Il bambino di 4 anni sa già selezionare i videogiochi per intrattenersi. Questo intrattenimento è ben visto anche dai genitori che spesso cadono nella trappola di pensare che i loro figli stiano imparando qualcosa. L’ utilizzo dello smartphone come di altri apparecchi è un bene, lo vedono come un vantaggio per gli studi. La trappola sta nel fatto che il bambino riesce apparentemente a usare un computer, uno smartphone e a collegarsi a internet, questo li induce a pensare di avere un figlio dotato o molto intelligente. In realtà come dimostrano le ricerche sempre più bambini e ragazzi hanno difficoltà di attenzione e concentrazione durante le lezioni scolastiche con conseguenti ricadute nell’apprendimento. L’utilizzo di questi dispositivi riduce l’attenzione, elemento importante nella costruzione dell’apprendimento.
  • I nativi digitali sono più bravi dei loro genitori e spesso anche dei loro professori, confondono il videogioco anche con la realtà. Anche le relazioni con i pari sempre di più passano dal WEB e da lì non escono, nel senso che si può giocare insieme connessi in due case a distanza di 300 km l’uno dall’altro e parlarsi solo del gioco.  Questo tipo di connessione fa credere di aver instaurato una relazione di amicizia.
  • Un altro errore in cui cadono i ragazzi che hanno un accesso facilitato ad internet per trovare informazioni legate ai compiti scolastici è quella di sentirsi preparati. I ragazzi non si sentono “ignoranti” e non si mettono in dubbio circa il loro sapere. Al contrario l’uso di apparecchi elettronici come fonte di informazione li fa sentire sapienti. E’ un atteggiamento un po’ spavaldo, che li porta a non domandare, a non chiedere a non mettersi in discussione perché convinti di sapere. Questo atteggiamento è controproducente perché rovina la relazione insegnante-allievo.

Occorre educare i bambini fin dall’infanzia sull’uso dello smartphone e di tutti i dispositivi connessi ad internet, in modo che possano utilizzarli senza essere per questo delle vittime inconsapevoli di un qualcosa che li può danneggiare nella sfera relazionale, cognitiva e sociale.

Regole da tenere come prevenzione con i bambini

  • Non usare gli smartphone come fossero delle babysitter;
  • Non far utilizzare gli smartphone durante la notte;
  • Non far utilizzare gli smartphone ogni qualvolta che il bambino si annoia;
  • Non usare lo smartphone a tavola;
  • Non siate sempre reperibili;
  • Non andate a cene o aperitivi con amici controllando gli smartphone.
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