L’ossessione da smartphone è sempre più visibile, a tutti è capitato di vedere persone con in mano il telefono intenti a controllare qualche notifica arrivata o messaggio urgente a cui rispondere. Il telefono non serve più per comunicare con qualcuno, ma ha 1000 funzioni. Se alcune di queste sono utili e importanti, aiutandoci nella vita di tutti i giorni, altre succhiano il tempo a nostra disposizione.
L’ossessione da smartphone non è una malattia, però coinvolge sempre più persone che non riescono, neanche durante una cena tra amici, a liberarsi dal senso di controllo del proprio smartphone. L’accesso facile alle informazioni ci ha fatto credere di arricchire la mente.
Tutto questo stare “iperconnessi” ha una ricaduta sul nostro cervello?
- Quando il cellullare non suona o non arriva una notifica, il desiderio di controllarlo è più forte. Nell’utilizzo di questi apparecchi vengono rinforzati alcuni circuiti neuronali, l’attesa del nuovo messaggio mette il cervello in uno stato di attesa, di allerta, distraendo la nostra attenzione: il cervello brama. Un’ossessione nella testa che si traduce in una compulsione nella ricerca di messaggi e notifiche. Lo sanno bene i ricercatori di psicologia sociale. Uno stato d’ansia perenne: sia per le notifiche arrivate, sia per quelle da arrivare. Una nuova dipendenza.
- Quando facciamo un’esperienza positiva, piacevole, la nostra memoria si attiva e il cervello rilascia dopamina ogni volta che ci accingiamo a ripetere quell’esperienza.
Come lo smartphone agisce sulla nostra memoria?
- La memoria è il nostro bagaglio di conoscenze con il quale ci muoviamo nel mondo, raccoglie il nostro passato, i nostri ricordi, i nostri saperi da come si fa andare in bicicletta, come si usa una lavatrice e qual è la capitale della Spagna. A lei affidiamo le nostre emozioni più belle passate con qualcuno e in base all’esperienze apprese e custodite in questo scrigno, come ci dobbiamo muovere nell’ambiente.
- La memoria è una delle funzioni cerebrali più studiate degli ultimi anni, visto l’allungarsi della vita umana con il conseguente decadimento cognitivo. Un individuo senza memoria è qualcuno senza identità.
- Gli smartphone hanno sviluppato memorie sempre più estese. La loro RAM può contenere migliaia di numeri, foto, messaggi, mail, app di ogni tipo: costituendo delle memorie grandiose. Questa memoria esterna della nostra vita sta sostituendo quella interna, quella personale, riducendo il nostro magazzino di sapere e conoscenza. Ne è un esempio il navigatore del telefono che ci porta ovunque. Prima eravamo abituati a studiare la mappa per poter arrivare in un luogo e a conoscere e riconoscere strade e vie. Adesso arriviamo in un spazio senza sapere neanche la strada che abbiamo percorso.
Come agisce lo smartphone sull’attenzione?
- L’attenzione è un’altra funzione cognitiva utile all’uomo, sviluppata durante l’arco dell’evoluzione umana. Senza l’attenzione le funzioni cognitive non vengono sviluppate e non vi è apprendimento. Negli ultimi anni, come per la memoria, si è parlato di disturbi dell’attenzione, lobo frontale, ADHD, iperattività, sindrome disecutiva. Tutte parole accostate ad un disturbo di attenzione con conseguenze nella vita scolastica, professionale e relazionale dell’individuo.
- Gli smartphone catturano l’attenzione attraverso delle rumorose notifiche di ogni genere e con la loro velocità di esecuzione impegnano l’individuo nell’atto di fare qualcosa di temporaneo che non necessita un impegno cerebrale più gravoso. Così, l’individuo sviluppa la capacità di cercare le informazioni più velocemente possibile, passando da un argomento ad un altro senza poi avere il modo di riflettere o costruire il pensiero critico.
- L’attenzione è limitata alla ricerca di quello che è necessità momentanea, senza di fatto apprendere niente.
- La mia attenzione viene catturata anche dal materiale che mi viene presentato portandomi in un’altalena di nuove informazioni e perdendomi nella giungla di questo magazzino di notizie. La velocità nel quale cerco di districarmi in queste informazioni, mi fanno perdere sempre più l’abitudine alla concentrazione.
- Negli ultimi 20 anni la nostra soglia di attenzione è crollata.
Come gli smartphone colpiscono i nostri ritmi circadiani?
- Il ritmo circadiano è il nostro orologio biologico interno, legato alla veglia-sonno, alla luce solare e alla temperatura ambientale ma anche a stimoli di natura sociale. Mantengono l’omeostasi del nostro sistema di vita, permettendo un’organizzazione delle nostre funzioni vitali.
- Le ricerche sugli smartphone mostrano come influenzino il funzionamento dei ritmi circadiani, esempio sul ciclo sonno-veglia. Consultare lo smartphone prima di andare a dormire o tenerlo nella stanza produce nell’individuo uno stato di attivazione del cervello, con conseguenze sulla qualità del sonno. In medicina l’alterazione dei ritmi circadiani è associato al rischio di sviluppare malattie come diabete, obesità depressione e scompensi cardiaci.