Ci sono persone che non riescono a sopportare di non essere perfetti, cercando di perseguire una felicità che spesso è solo effimera e non reale. Complice anche una società nella quale la ricerca della perfezione passa dai voti alti a scuola, dal fisico sempre più scolpito e tonico e dall’eliminazione di elementi del proprio corpo ritenuti imperfetti, attraverso operazioni di chirurgia estetica.
Il perfezionismo non si ferma qui, anche svolgere una qualsiasi semplice operazione quotidiana, per qualcuno diventa un’impresa a tutti gli effetti perché cercando di esprimere sempre il massimo di sé stessi, s’incorre nel non avere fatto abbastanza. Da questo ne deriva uno stato di frustrazione che si traduce spesso in immobilità, innescando una spirale nel quale il soggetto sente di essere imprigionato. Compiere dell’attività diventa difficile perché gli obiettivi e la maniera nella quale si vuole fare, diventano l’ostacolo con proiezioni elevate di noi stessi. Però accettare di svolgere una mansione non adempiendo alle nostre aspettative, è una sconfitta cocente nel quale l’individuo sente di essere destinato. L’immobilismo sembra essere la condizione di risposta in cui queste persone permangono per tanto tempo.
L’età più colpita da questa che si profila essere un’ossessione vera e propria è l’adolescenza, quando il corpo si sviluppa e il confronto con gli altri è più evidente. Colpisce allo stesso modo maschi e femmine, ma non colpisce con le stesse modalità. Tuttavia anche gli adulti non ne sono immuni.
Il perfezionismo
Il perfezionismo è una condizione che mina spesso la vita quotidiana di chi non riesce a vivere, senza non cercare di perseguire un’ideale immaginario non reale: impossibile. Capace di sconvolgere la vita delle persone che lo praticano come fosse una religione da seguire.
Accade che non si presenti un lavoro scolastico perché ritenuto non altezza dell’aspettative che il soggetto si è prefissato. Si tratta proprio di “Non ritenersi all’altezza” riguardo alle proprie aspettative nei confronti della realtà. A niente servono le rassicurazioni o il sostegno degli insegnanti e dei genitori. La persona vive questo stato come non essere stata brava, capace e soprattutto diviene il giudice più spietato di Sé stesso.
Secondo lo psicologo americano Randt Frost esistono tre tipi di perfezionismo:
- Il perfezionismo egocentrico, il pensiero ossessivo di fare meglio.
Genera una forte motivazione, tuttavia è estenuate. Diventare una versione idealizzata di Sé stessi, più felici, più in forma, più ricchi.
- Il perfezionismo imposto dalla società, quello che spinge l’essere umano a cercare di essere all’altezza delle aspettative degli altri.
La persona è attraversa da monologhi interiori che dicono cosa dovremmo essere o fare. I pensieri sono negativi e spesso l’immaginazione ci porta a credere in giudizi negativi su di noi e feroci critiche.
- Il perfezionismo orientato verso gli altri.
La voce persecutoria è rivolta all’esterno, è una richiesta a chi ci circonda di essere all’altezza di ideali impossibili. I genitori che chiedono ai figli voti altissimi, i datori di lavoro che chiedono sempre standard di lavoro alti. Questi sono esempi di proiezioni di coloro che non possono sopportare di vedere negli altri il fallimento poiché vissuto come il proprio. Il senso di autocritica si può trasformare in un atteggiamento critico nei confronti degli altri.
“Secondo la quinta edizione del Manuale Diagnostico Scientifico (DSM–5) il perfezionismo clinico è una caratteristica del Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità (DOCP) così definita: “Rigida ostinazione sul fatto che qualsiasi cosa debba essere impeccabile, perfetta e senza errori o difetti, incluse le prestazioni. ”
Il perfezionismo è ambiguo e per questo non classificato come un disturbo mentale specifico. Si adatta bene a differenti tipi di carattere e non presenta uno specifico profilo di personalità.
Dal punto di vista clinico si traduce in una gamma vertiginosa di sintomi: depressione, e ansia, disturbi ossessivi, narcisismo vulnerabile, malattie psicosomatiche, pensieri suicidi, dismorfismi corporei e disturbi alimentari.
Il perfezionismo ha portato anche tanti artisti, intellettuali e sportivi a cercare di superare Sé stessi producendo capolavori magnifici e regalandoci imprese mitiche. Dunque esiste un perfezionismo sano! A parere di tanti ricercatori il desiderio di essere perfetti non può mai essere normale. Il desiderio di qualcosa che è impossibile può portare a sentimenti di frustrazione e inadeguatezza.
Il confine è sottile, tutti vogliamo crescere e sviluppare e ciò può condurre alla corrosione della propria autostima. Nessuno è pronto a rinunciare alla speranza di essere riconosciuti come persone eccezionali. Comunque siano stati cresciuti, tendiamo a interiorizzare un’immagine ideale della persona che aspiriamo a essere.